In passato il “movimento tradizionale” attirava l'interesse di ristretti ambienti ecclesiali, mentre negli ultimi 15 anni c'è stata una poderosa avanzata, una sorta di "sfondamento a sinistra", riuscendo a convincere tanta gente a saltare sul carro della Tradizione nonostante la feroce persecuzione che da decenni i modernisti hanno scatenato contro chi vuole restare fedele al Magistero perenne della Chiesa.
Ma da dove arrivano i nuovi militanti del movimento? Molti giungono da ambienti “conservatori”, ma gli altri vengono da ambienti di “sinistra”. Sì, avete capito bene, è gente che in passato si era lasciata abbindolare dai pifferai della coalizione progressista-modernista, ma poi ha aperto gli occhi e ha capito che il “sol dell'avvenire” dei rossi conduce alla perdizione, mentre per andare verso Dio bisogna seguire la strada dritta della Tradizione Cattolica.
Per dare un ulteriore slancio all'inarrestabile avanzata del movimento tradizionale è necessario continuare lo "sfondamento a sinistra". Ci sono tanti fedeli che per anni hanno simpatizzato per gli ambienti progressisti, attratti da temi sociali come la fame nel mondo e la questione operaia, tuttavia adesso si stanno accorgendo della desacralizzazione del cattolicesimo e sperano in una "restaurazione". C'è tanta gente che si è ritrovata a "sinistra" in buona fede, e ora è necessario ricondurla nell'alveo della Tradizione. Uno degli errori che bisogna assolutamente evitare è quello di lasciare la “questione sociale” in mano ai modernisti e ai rossi.
Dobbiamo sfruttare ogni occasione per trarre qualche vantaggio per il bene delle anime, e quindi per la maggior gloria di Dio. Non dobbiamo restare alla finestra a guardare il susseguirsi degli eventi, dobbiamo darci da fare per tentare di attrarre le anime verso la Tradizione cercando di cavalcare ogni occasione che capita. Mi spiego meglio: alla gente piacciono coloro che non si limitano a parlare di questioni liturgiche e dottrinali, ma che si impegnano concretamente anche in opere sociali. Fino ad ora il movimento tradizionale è rimasto ai margini della vita ecclesiale, ma adesso è giunto il momento di approfittare della situazione. In che modo? Bisogna dar vita a nuove iniziative anche in campo sociale, così da strappare la gente dalle grinfie dello sterile modernismo filantropico, e avere l'occasione di far conoscere ampiamente il grande patrimonio devozionale e dottrinale della Tradizione. Il primato deve rimanere per le questioni dottrinali e liturgiche, ma bisogna assolutamente evitare di abbandonare la “questione sociale” in mano ai modernisti e ai loro amici comunisti. Il vero militante della Tradizione Cattolica si interessa della questione sociale ed è sempre schierato dalla parte dei poveri e della gente che soffre.
Se non attueremo lo “sfondamento a sinistra”, tanta gente cadrà nella rete dei modernisti, i quali potrebbero continuare a moltiplicare le opere filantropiche per i poveri, senza però cercare di condurre le anime a Cristo, dando in questo modo l'errata impressione che la Chiesa sia una delle tante ONG umanitarie. Se non faremo nulla, la gente penserà che i fedeli legati alla liturgia tradizionale si interessano solo di cappe magne, pianete broccate, scarpe con le fibbie d'argento, cartegloria con cornici cesellate in oro, rocchetti ricamati a mano, ecc. Ciò è falso, perché in realtà i tradizionalisti sono i migliori amici del popolo (lo ha affermato San Pio X nella Lettera Apostolica “Notre charge apostolique”), e si interessano dei problemi di coloro che sono in stato di bisogno. Ma non lo fanno per scopi politici o per ricevere gli applausi della stampa internazionale, bensì solo per carità fraterna, cioè per vero amore che nasce da Dio.
Eravamo, siamo e resteremo sempre contro il comunismo. Per “sfondamento a sinistra” non bisogna intendere una deriva verso le posizioni politiche dei progressisti, come hanno fatto molte persone che in passato votavano per la Democrazia Cristiana. Al contrario significa strappare ai comunisti e ai modernisti le masse dei poveri che sono state ingannate per decenni, e ricondurle a Cristo, unico vero Salvatore del genere umano. I nostri punti di riferimento da imitare non sono i capi delle onlus moderniste o addirittura di quelle laiciste, bensì sono personaggi eroici che hanno dato lustro alla Chiesa militante, mi riferisco ad esempio a San Giovanni Bosco, San Giuseppe Cottolengo, San Luigi Orione, Santa Francesca Cabrini, San Francesco d'Assisi, Santa Bartolomea Capitaneo, e a tanti altri valorosi seguaci del Redentore Divino.