A chi desidera di suffragare molto i defunti, si consiglia una piccola pratica, utilissima. Dire spesso: Eterno Padre, vi offro tutte le Messe celebrate e quelle che si celebreranno sino alla fine del mondo, in suffragio delle anime del Purgatorio! -
Questa offerta fa prendere parte a tutti i Santi Sacrifici ed arreca molto suffragio. Sarebbe bene ripeterla ogni giorno, mattina e sera.
Per ottenere grazie
I fedeli conoscono per esperienza la potente intercessione delle anime purganti; per questo fanno celebrare Messe di suffragio, allorchè abbisognano di grazie urgenti.
Si raccomanda di rivolgersi in modo particolare all'intercessione delle anime, che in vita sono state più devote della Passione di Gesù e del Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria.
Specialmente si preghi per i Sacerdoti defunti ed in generale per tutte le persone consacrate, perchè il Purgatorio di questa categoria di anime suole essere più rigoroso.
La Comunione
Dopo della Messa, il più grande sollievo è apportato nel Purgatorio dalla Santa Comunione.
Oh, se si avesse più fede e si amassero di più i cari morti, quante Comunioni si farebbero e con quanta maggiore devozione!
Quando si ha nel cuore Gesù, Il Re dell'eterna gloria, quante grazie si possono ottenere!
E' tanto facile comunicarsi, eppure si fa così di raro!
Per suffragare i morti, si vada alla Comunione non solo nell'anniversario del lutto, ma anche nel giorno del mese in cui è avvenuta la morte della persona cara.
La pietà dei fedeli dedica ai defunti un giorno della settimana, cioè il lunedì. Vi son di quelli che in detto giorno vanno al Cimitero a deporre fiori sulla tomba o ad accendere ceri; facendo questo, credono di fare molto, mentre in realtà fanno poco o niente. La visita alla tomba, i fiori ed i ceri, quando non sono accompagnati almeno da qualche preghiera, non giovano nulla al defunto, ma sono un sollievo al cuore del vivente. Al morto vale più una sola Comunione di suffragio, anziché molte visite alla tomba e molti fiori.
Purtroppo molti, dico molti, non comprendono ciò.
In pratica, ogni lunedì ci si comunichi od almeno ogni primo lunedì di mese.
Il Sangue del Redentore
Qualunque preghiera è un buon suffragio. Si suggerisce però qualche preghiera particolare, affinchè i fedeli la utlizzino molto.
L'offerta del Divin Sangue è di grandissimo sollievo alle anime penanti. Gesù disse un giorno a Santa Maria Maddalena De' Pazzi: Da che tu offri al Divin Padre il mio Sangue per le anime del Purgatorio, non puoi immaginare quante di esse siano state liberate da quelle pene!
La Santa ripeteva cinquanta volte al giorno quest'offerta, esortando le Consorelle a fare altrettanto.
Non sarebbe fuori posto presentare qui l'offerta del Divin Sangue, affinchè molti la imparino e la recitino con frequenza. Potrebbe recitarsi in forma di Rosario, in cinque poste.
Coroncina di offerta per i defunti del Sangue di Gesù
Grani grossi:
Tu dona, o Dio clemente, Riposo ai nostri morti! La luce tua conforti quei cuori, per pietà. - Pater.
Grani piccoli:
Eterno Padre, io vi offro per il Cuore Immacolato di Maria il Sangue di Gesù Cristo,
In suffragio delle anime del Purgatorio.
Ogni decina: l’Eterno riposo
Il Rosario
Santa Teresa d'Avila, mentre si disponeva a recitare il Rosario ad onore della Madonna, vide il Purgatorio sotto forma d'un grande recinto, ove le anime soffrivano tra le fiamme.
Alla prima Ave Maria, scorse un getto d'acqua che dall'alto si riversava sul fuoco. In seguito, ad ogni Ave appariva un nuovo getto d'acqua. Intanto le anime si refrigeravano ed avrebbero voluto che il Rosario si perpetuasse.
La Santa comprese allora la grande utilità della recita del Rosario.
In ogni famiglia si ricordano morti; in ogni famiglia dovrebbe esserci la pratica del Rosario. Ma quanti sono al presente coloro che coltivano questa bella devozione? Perchè le case, che sono state visitate dalla morte, non risuonano tutte della recita del Rosario?
Costa tanto poco dire cinquanta Ave Maria e meditare i misteri della nostra Redenzione! Si potrebbe separare una posta di Rosario dall'altra, recitando la corona in diverse riprese. Si può pregare anche camminando, viaggiando o mentre si sta ad aspettare qualche persona. Quanto tempo si spreca, mentre potrebbe utilizzarsi per i nostri morti!
Il dolore
L'offerta di qualunque opera buona può servire di suffragio.
Il dolore è una moneta preziosa al cospetto di Dio. L'offerta della sofferenza, fisica o morale, è valido aiuto alle anime purganti.
Avviene un lutto. Quanto strazio nel povero cuore umano! Chi può esprimere il dolore dei figli alla morte della madre o del padre, il dolore della sposa alla perdita del marito, la ferita di una madre alla scomparsa di un figlio o di una figlia?... E' vero che col tempo anche questi grandi dolori si vanno affievolendo ed è provvidenziale; ma quanto si soffre nel primo periodo del lutto!
Perchè non utilizzare questo tesoro? Si dica spesso e con fede: Signore, vi offro lo strazio del mio cuore per dare sollievo ai miei morti! - Oh, se tutti facessero così, quanti suffragi giungerebbero ai defunti!
Uniformità al volere di Dio
Un altro punto capitale dovrebbe essere ben compreso.
Nell'esercizio del Sacro Ministero mi son trovato davanti a scene dolorosissime. Avvenuta una morte... il figlio che bestemmia contro Dio per la fine del padre; una donna che stacca i quadri dalla parete e li calpesta; un altro giura di non andare più in Chiesa e di non voler credere più né a Dio né ai Santi; c'è chi impreca contro la morte ed il destino; qualcuno tenta di suicidarsi...
Ma che cosa si guadagna a fare ciò? Nulla!... Forse il morto riacquisterà la vita? Forse il dolore potrà diminuire?
La volontà di Dio si deve compiere, o liberamente o per forza. Dio ci ha creati per la vita eterna e chiama quando vuole. Nessuno è esente dalla morte! Sono morti i Santi ed è morto anche Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo.
Allorchè dunque muore una persona cara si faccia di necessità virtù. Si dica umilmente: Signore, sia fatta la tua volontà! -
Quanta gloria a Dio questa uniformità al suo volere! Quanto refrigerio giunge all'anima trapassata con questo atto di rassegnazione!
Chi non sa fare la volontà di Dio, sappia che non vuol bene ai suoi morti, perchè può e non vuole suffragarli.
La carità
Tra i suffragi principali è da mettere l'esercizio della carità.
Per carità s'intende tutto ciò che si fa di bene al prossimo. Aiutare un bisognoso, vestire un poverello, dare una piccola offerta... tutto serve di riposo ai defunti. E' lodevole la pratica di quelle persone pie e benestanti, che per dare suffragio a qualche caro estinto, nei giorni festivi ammettono a tavola un poverello, memori che si fa a Gesù ciò che si fa al prossimo bisognoso.
Ma l'atto di carità più squisito è il perdonare le offese, anzi il beneficare chi ci abbia recato del male. Chi perdona generosamente ed offre a Dio il perdono come suffragio, oltre a guadagnare grande merito per il Paradiso, affretta l'ingresso al Cielo alle anime purganti.
Il seguente episodio è narrato da San Francesco di Sales ed avvenne a Padova, mentre egli frequentava l'università.
In una rissa era stato ucciso un giovane, appartenente a nobile famiglia. La madre del defunto, molto religiosa, era afflittissima sia per la morte del figlio, sia per il timore della sua sorte eterna. Pregava Iddio ed era disposta a qualsiasi sacrificio per soccorrere l'anima.
Il Signore le presentò l'occasione. Mentre ancora il cadavere era in camera, si bussò fortemente alla porta ed entrò trafelato un giovane.
- Per carità, signora, salvatemi!... I gendarmi mi cercano per arrestarmi!... Ieri uccisi un giovanotto; ma ora son pentito!...
La madre capì essere lui l'assassino del figlio. Una potente lotta avvenne nel suo animo; con l'aituo di Dio la superò.
- Ti perdono... per amore di Dio!... Ti dò rifugio nella mia abitazione!... Tu hai ucciso mio figlio!... Ma per dare riposo all'anima sua, voglio beneficarti! -
L'assassino pianse di commozione. Iddio gradì l'atto di carità e permise che la notte seguente il figlio apparisse alla genitrice: - Non stare, o madre mia, in pensiero per me! Non mi sono dannato. Per il perdono che hai accordato al mio uccisore, il mio Purgatorio sarà molto breve. Presto entrerò in Paradiso! -
[Brano tratto da "I nostri morti - La casa di tutti", di Don Giuseppe Tomaselli, imprimatur: Catanae die 3 novembris 1953, Can. Nicolaus Ciancio, Vic. Gen.].