mercoledì 4 novembre 2020

Come prepararsi alla morte (-) 115

Dagli scritti di Padre Felice Maria Cappello (1879-1962).


La Chiesa in questi giorni nella sua liturgia fissa la nostra pupilla sopra una schiera di anime elette che già godono nei cieli della visione beatifica di Dio e che ci additano il sentiero da percorrere per raggiungere anche noi questa meta: ci fa altresì fissare il nostro sguardo sulle anime del purgatorio che attendono con ansia il momento di essere ammesse al paradiso. La Chiesa, durante tutto il mese di novembre ci ricorda il dovere che abbiamo di pregare per queste anime doloranti onde abbreviare coi nostri suffragi le loro pene e anticipar loro quella felicità alla quale anelano, e queste anime da noi suffragate, una volta salite al Cielo, ci saranno avvocati presso Dio: quanto facciamo per esse, lo facciamo per noi, esse ce lo renderanno pregando per noi. La preghiera per i morti è un’opera tanto gradita a Dio e assai meritoria per le nostre anime.

Anche per noi verrà un giorno nel quale scompariremo alla scena di questo mondo: noi dovremmo richiamare sovente il ricordo della morte e la Chiesa con questo pensiero vuole insegnarci una verità e darci una lezione, che cioè dobbiamo prepararci ogni giorno per fare una morte calma e tranquilla, beata e santa: vivendo con questi sentimenti possiamo così assicurarci fin d’ora questa sorte invidiabile di una santa morte, preludio e caparra della beatitudine eterna.

Quattro sono i mezzi per questa preparazione: Primo mezzo tenerci sempre preparati, pensando che la morte può coglierci ad ogni momento; vivendo in mezzo al mondo è facile essere trascinate al suo modo di pensare e di fare: i mondani non vogliono pensare alla morte perché li rattrista e con questo si lusingano di tenerla lontana, mentre essa è inesorabile e certissima e ci raggiunge quando meno ci si aspetta. Noi dobbiamo invece seguire l’esempio dei Santi che sempre tenevano innanzi alla loro memoria il ricordo della morte.

Il secondo mezzo, è tenerci distaccate da tutte le cose del mondo: essa ci separa da tutto, è dunque bene che già fin d’ora distacchiamo il nostro cuore da tutte quelle vanità che potrebbero tenerci eccessivamente legati [...].

Il terzo mezzo è la purità di coscienza: la morte fa spavento quando la coscienza non è tranquilla e vivo sente il rimorso per le colpe commesse; quanto più l’anima si tiene lontana dal peccato, tanto più essa si prepara una morte calma e serena e pregusterà le gioie che Dio tiene preparate per quelle anime che lo hanno fedelmente servito.

Il quarto mezzo ci viene insegnato da san Bernardo ed è che noi dobbiamo comportarci in ogni nostra azione come se fosse l’ultima della nostra vita, così pure, come se ogni giorno dovesse essere per noi l’ultimo. Del resto chi può assicurarci del contrario? — Quanti si sono alzati al mattino senza ombra di malessere, e prima di sera erano già nella loro eternità? — Si può morire da un momento all’altro, a tutte le età, in tutte le condizioni; lo Spirito Santo ci dice « State preparati perché la morte viene quando meno ci si pensa ».

Se noi dunque vogliamo fare una morte calma e tranquilla, beata e santa che ci assicuri il paradiso e ci faccia annoverare tra le anime sante, dobbiamo cercare di essere fedeli a questi insegnamenti; nelle nostre mani sta la nostra eternità beata: essa sarà tale quale noi ce la saremo fatta: nel mondo si pensa a tutto, ma assai poco all'eternità eppure questo dovrebbe essere l’unico ideale, salvare e santificare la propria anima.

Ascoltiamo la voce dei santi che c’incoraggiano a seguire il cammino da essi percorso: essi ci dicono « Come abbiamo fatto noi dovete fare altrettanto voi »: e infatti se essi hanno potuto vivere in modo da prepararsi una morte calma e tranquilla, beata e santa, perché non posso farlo anch’io?

San Bernardo diceva ai suoi figli: « Se voi vi attenete a queste massime, io nel nome di Dio vi assicuro una morte calma e tranquilla, beata e santa che sarà come il preludio e caparra della felicità del Cielo ». Lo stesso prometto io a Voi nel Nome del Signore e che possiate altresì sentirvi dire in quell’ultima ora: « Venite a me, benedette, a godere del premio che il Padre mio vi ha preparato » e anche se dovete passare un po’ al purgatorio, possiate essere presto ammesse a far parte dell’eterna felicità del paradiso.