sabato 30 ottobre 2021

Una zelante seguace di Santa Chiara

Oggi ricorre il decimo anniversario della morte, avvenuta nel 2011, di Madre Maria Pia Miari (nella foto a lato), la zelantissima Fondatrice delle Clarisse dell'Immacolata, una delle ultime figlie spirituali di Padre Pio da Pietrelcina. Per comprendere la caratura spirituale di questa degnissima seguace di Santa Chiara è sufficiente raccontare una sola cosa: mentre negli ultimi decenni tanti ordini religiosi hanno chiuso innumerevoli conventi e monasteri per mancanza di vocazioni, lei invece ha aperto vari monasteri di stretta clausura e ha fondato un nuovo ordine religioso che ogni anno attrae tante ragazze alla vita religiosa. È un qualcosa di straordinario!

La società in cui viviamo è fortemente secolarizzata, ormai tanta gente vive come se Dio non ci fosse. Per contrastare il degrado morale e la scristianizzazione è necessaria un'opera di rievangelizzazione. A tale scopo occorre riempire nuovamente conventi e monasteri con numerose e sante vocazioni. Ma come fare ad attrarre i giovani alla vita consacrata? Solo il Signore può toccare il cuore di una persona e “convincerla” ad abbracciare la vita religiosa, però bisogna dire che lo stile di vita esemplare dei buoni religiosi affascina la gioventù dal cuore generoso e ricco di valori cristiani. Basti pensare alle folle di giovani che si consacrarono a Dio dopo aver conosciuto personalmente San Benedetto, San Francesco, Santa Chiara, San Domenico, Santa Teresa, Sant'Ignazio, Sant'Alfonso, San Giovanni Bosco e tutti gli altri santi religiosi. Anche Madre Maria Pia era una calamita di vocazioni, speriamo che possano sorgere tanti altri Fondatori come lei, ce n'è tanto bisogno! Questa monaca di clausura era una donna profondamente umile, mansueta, ricca di carità verso Dio e il prossimo. Il pensiero che continuamente le occupava la mente era la salvezza delle anime per la maggior gloria di Dio. Il vero cristiano deve ardere dal desiderio di vedere la Santissima Trinità amata da tutti, e per raggiungere questo obiettivo deve impegnarsi nella preghiera, nella penitenza e nelle opere di apostolato secondo le proprie possibilità. Nel Giorno del Giudizio scopriremo quante anime si sono convertite grazie al silenzioso e nascosto apostolato delle suore di clausura. Dovremmo essere grati a queste eroiche persone che generosamente si immolano per il bene delle anime dei fratelli.

Madre Maria Pia nacque il 12 dicembre del 1933 ad Arsiero, un paesino in provincia di Vicenza. Nel 1958 su consiglio di Padre Pio entrò tra le Clarisse Urbaniste di Osimo (Ancona), le quali seguono la Regola di Santa Chiara mitigata da Papa Urbano IV. Grazie al suo stile di vita ascetico conquistò la stima delle consorelle, le quali nel 1974 la elessero abadessa del monastero. Però Madre Pia sentiva il bisogno di una vita religiosa ancora più radicale, inoltre era attratta dal carisma mariano di San Massimiliano Maria Kolbe, grande apostolo della devozione all'Immacolata, la Corredentrice del genere umano e Mediatrice universale di tutte le grazie. È così che nel 1995 alcune monache partirono da Osimo alla volta di Creazzo (Vicenza), dove diedero vita a una nuova riforma dell'ordine di Santa Chiara. L'8 maggio 2002 la Santa Sede concesse alle Clarisse di Creazzo di seguire la “traccia mariana di Vita Clariana” e le proprie costituzioni. Il 18 agosto 2004 ottennero l’erezione canonica. Un decreto del 29 luglio 2006 stabilì che i “Roseti” (monasteri) delle Clarisse dell’Immacolata sono canonicamente aggregati alla famiglia religiosa dei Francescani dell’Immacolata. Oltre ai voti di povertà, castità, obbedienza e clausura papale, professano anche il voto di consacrazione illimitata all'Immacolata. Non seguono la Regola mitigata da Urbano IV, bensì la Regola primitiva di Santa Chiara, che è una delle più austere tra quelle approvate dalla Chiesa Cattolica.

Madre Maria Pia aveva dei fenomeni mistici che lasciavano stupiti. Ad esempio a volte leggeva nella mente delle persone, e in certe occasioni era misteriosamente a conoscenza di fatti che avvenivano altrove, come quella volta che, mentre le monache erano riunite assieme, improvvisamente chiese di pregare per alcuni religiosi di loro conoscenza. Successivamente si seppe che proprio in quell'ora, a tanti chilometri di distanza, quei religiosi avevano evitato un grosso problema mentre stavano viaggiando in auto.

Una volta le bastò guardare negli occhi una ragazza poco praticante, e dirle con dolcezza: “Sai che ti voglio bene?”; e quella giovane donna si sentì cambiata, aveva compreso che nella vita tutto è vanità, fuorché amare Dio.

La fama di santità di Madre Pia Chiara Bernardetta della Corredentrice e degli Angeli (era questo il suo nome religioso per intero) è diffusa non solo ad Osimo e a Creazzo, ma anche in tante altre città d'Italia. Quando era in questa valle di lacrime era sempre disponibile a consolare gli afflitti e a pregare per le intenzioni che le affidavano i conoscenti. A maggior ragione possiamo credere che continua a pregare per noi anche adesso che finalmente (lo speriamo!) può contemplare il dolce Volto del suo amato Sposo e Redentore, Gesù Cristo.

(La salma di Madre Maria Pia Miari, Fondatrice delle Clarisse dell'Immacolata)