giovedì 27 febbraio 2020

(-) Intervista a Cesare Pontorno, figlio spirituale di Don Giuseppe Tomaselli

Pubblico un'intervista che mi ha rilasciato Cesare Pontorno, il quale da giovane ha avuto il privilegio di conoscere personalmente Don Giuseppe Tomaselli (1902 - 1989) e di trascorrere tanto tempo con lui.

- Come hai conosciuto Don Giuseppe?

- Dovevo acquistare dei libri per mettermi in condizione di commentare la messa che era in latino. Avevo 18 anni. Acquistai alla Libreria delle Paoline: la vita di Gesù di Papini, un libretto sulla liturgia di Lagrange ed uno di Fulton Sheen. Acquistai, anche se fuori tema "In tre per sposarsi", sempre di Sheen, un capolavoro da consigliare a tutti indipendentemente dalla loro vocazione. Subito dopo andai alla LDC per comprare altri libri che potevano rispondere alle mie esigenze. C'era un espositore con libretti di don Giuseppe Tomaselli. Appena ne toccai uno, il coadiutore Salesiano, signor Colagrosso, venne da me e velocemente mi disse "Lei conosce don Giuseppe Tomaselli?". Risposi di no. Immediatamente mi replicò dicendo "Glielo presento". L'invito non mi piacque perché avevo molta premura. Acquistati due libretti di don Giuseppe Tomaselli, dissi all'addetto si paghi e mi presenti subito questo Sacerdote perché ho premura. Così fu. Don Giuseppe Tomaselli mi sorprese, mi incantò, paralizzò. Mi disse: "Grazie, vedo che ha comprato dei miei libretti. Perché?". Risposi: "Il mio parroco vuole che commenti la Messa che è in latino ed i fedeli non comprendono. Occorre commentarla". Mi disse: "Bene, aspetti un momento". Si girò e prese due libretti dicendomi: "Questi glieli regalo perché le saranno utili". Poi mi disse... "La diciamo una preghiera insieme?". Risposi "Certamente!", la premura mi era passata. Due o tre minuti per pregare. Poi mi disse "Ed ora la benedico". Poi ancora: "Quando vuole mi venga a trovare". Rimasi incantato. Nessun Sacerdote mi aveva detto diciamo una preghiera insieme e poi la Benedizione. Da quel giorno iniziò una frequentazione quasi giornaliera. Posso affermare che mi voleva bene.

- Collaboravi col suo apostolato?

- Sì, regalavo qualche libretto.

- Don Giuseppe per le sue opere caritative e apostoliche aveva bisogno di molto denaro. Una volta mi hai detto di aver visto coi tuoi occhi i soldi di Don Giuseppe "moltiplicarsi" da soli. Puoi raccontare anche ai lettori del blog ciò che hai visto in proposito?

- Don Tomaselli aveva debiti con diverse tipografie. Uno dei più alti era con la tipografia salesiana di Palermo. Il responsabile di questa tipografia era il signor Dante Scarano. Don Tomaselli promise al signor Scarano 3 milioni di lire. Andrò a Palermo per consegnare questa somma di denaro e come al solito mise la mano in tasca e aprì il pugno della mano con i soldi e li diede a Dante Scarano che cominciò a contarli, ma erano meno di un milione  (non ricordo in questo momento se fossero 500.000 o 750.000 lire). Scarano rimase mortificato ma Don Tomaselli gli chiese di ricontarli. Il Signor Scarano li ricontò ed erano diventati un milione e mezzo. Si scusò per aver "contato male" la prima volta ma ricordò a Don Tomaselli che gli doveva 3 milioni, il quale gli chiese cortesemente di ricontarli ancora. Il responsabile della tipografia contò per la terza volta i soldi e con stupore si accorse che erano diventati 3 milioni. Quanto accaduto venne visto anche dal professor Ricotta che era lì presente. Di questi episodi della moltiplicazione del denaro mi dicono che si sono ripetuti anche presso altre tipografie. A tal proposito debbo dire che si sono verificate tante volte anche moltiplicazioni di cibo per i poveri.

- Oltre a "moltiplicare" i soldi, come faceva a pagare i tipografi?

- Diceva "La stampa costa, se potete lasciate un'offerta". C'era un cestino dove le persone, uscendo, non tutte, lasciavano un'offerta. Le offerte dei libretti spediti arrivavano sul conto corrente postale. Non faceva conteggi su chi pagava e chi no! Diceva "Non è un commercio questo, il Signore aiuta suscitando benefattori". Infatti, a volte, soprattutto nei momenti di difficoltà arrivavano offerte straordinarie. Ogni qualvolta subiva attacchi diabolici pesanti spediva Libretti gratis ai medici, avvocati ed in questi casi annotava. Medici Savona, Velletri, ecc. Inviava pure in regalo libretti ai carcerati. Ben 10.000 libretti dei seguenti libretti: - "Domeniche Santificate" con "Abbasso i preti!" (titolo accattivante per i non credenti) o i "33 perché" (interrogativi frequenti di tutti gli esseri umani). Collaboravano al suo apostolato le Piccole Ostie Riparatrici, pratica concordata con Padre Pio da Pietrelcina. Le Piccole Ostie Riparatrici di don Giuseppe Tomaselli sono risorte. Abbiamo diversi gruppi in Italia.

- Puoi raccontarci qualche fatto straordinario riguardante Don Giuseppe Tomaselli?

- Ho assistito tante volte alla creazione di cibo per i poveri.

- Hai mai assistito a qualche suo esorcismo?

- Ho assistito all'esorcismo di un posseduto da diversi demoni. Quando fu liberato i vetri della stanza vibravano da fare paura. I demoni fuggivano.

- Ti sei mai confessato da Lui? Che tipo di confessore era?

-Sì, mi sono confessato con don Giuseppe Tomaselli. Si soffermava con consigli pratici e dava consigli per crescere spiritualmente.

-  C'è ancora tanta gente che ha conservato di lui un buon ricordo?

- Fatti straordinari. Profezie, guarigioni, conversioni. Diverse clamorose. Chiunque lo ha conosciuto non dimentica il bene ricevuto.